Le Notizie 1-2-3 Aprile

Pubblicato il 3 aprile 2025 alle ore 22:05

Fabrizio Cotognini: il viaggio tra epoche e miti nella sua prima personale da Building: Dal 3 aprile al 5 luglio 2025, la galleria Building di Milano ospita Transitum, prima personale di Fabrizio Cotognini (Macerata, 1983). L’esposizione, curata da Marina Dacci, raccoglie 90 opere tra disegni, sculture e installazioni, articolate in un percorso che intreccia epoche, miti e contemporaneità.

Artista eclettico e collezionista di incisioni antiche, Cotognini interviene sulle stampe del passato con matita, inchiostro, biacca e oro, trasformandole in opere visionarie. Tra i lavori esposti spiccano Tesla Mobile-Nikola Tesla (2024), che unisce la figura dell’inventore alla modernità del logo automobilistico, e The Song of the Stars - John Dee (2025), dedicato all’alchimista di Elisabetta I. L’esplorazione prosegue nella Galleria Moshe Tabibnia, con una riflessione sulla simbologia del cigno nella storia e nel mito.

Come suggerisce il titolo Transitum, la mostra è una ricerca continua tra passato e presente, in un dialogo senza tempo tra storia e immaginazione.

 

Jorge e Darlene Pérez donano un capolavoro di Joan Mitchell alla Tate

I collezionisti di Miami Jorge e Darlene Pérez hanno donato alla Tate Iva (1973), un imponente trittico di Joan Mitchell, acquistato nel 2018 per 3,3 milioni di dollari. L’opera colma una lacuna nelle collezioni pubbliche britanniche ed è ora esposta alla Tate Modern accanto ai Seagram Murals di Mark Rothko.

Jorge Pérez, nato in Argentina da esuli cubani e magnate dell’immobiliare di lusso, è noto per il suo mecenatismo: ha donato oltre 60 milioni di dollari al Pérez Art Museum Miami (PAMM) e centinaia di opere a musei come il Reina Sofía di Madrid.

Oltre alla donazione dell’opera di Mitchell, i Pérez finanzieranno posizioni curatoriali alla Tate e doneranno opere di artisti africani e latinoamericani, tra cui Yinka Shonibare ed El Anatsui, rafforzando il legame della collezione con queste tradizioni artistiche.

 

Cimeli storici da record: oltre un milione per Napoleone all’asta di Artcurial

Il 1° aprile 2025, la casa d’aste Artcurial ha realizzato 1,09 milioni di euro con la vendita di memorabilia napoleonici, attirando collezionisti internazionali. Il pezzo più conteso è stato un raro fucile da caccia appartenuto a Napoleone Bonaparte, venduto per 177.120 euro, oltre il doppio della stima iniziale. Tra i lotti più rilevanti, una bandiera del 1804 assegnata per 97.088 euro e un’onorificenza dell’Ordine de la Couronne de Rue, trafugata dai Prussiani dopo Waterloo, battuta a 52.480 euro.

Il mercato dei cimeli storici continua a crescere: nel 2023 un cappello bicorno di Napoleone ha raggiunto 1,9 milioni di euro, mentre gli oggetti personali di Winston Churchill e Charles De Gaulle hanno totalizzato cifre da record in recenti aste. La passione per le reliquie dei grandi personaggi della storia resta vivissima, trasformando ogni vendita in un evento culturale e finanziario di rilievo.

 

Il vetro di Murano alla Biennale di Venezia (1932-1942): creatività e innovazione in mostra

Dal 13 aprile al 23 novembre 2025, Le Stanze del Vetro sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia ospitano la mostra 1932-1942 Il vetro di Murano e la Biennale di Venezia, curata da Marino Barovier. L’esposizione esplora il decennio in cui il vetro muranese ottenne uno spazio dedicato alla Biennale, sottolineando il ruolo centrale delle arti decorative nel panorama artistico italiano.

In mostra 150 opere provenienti da musei e collezioni private, tra cui le celebri creazioni di Carlo Scarpa per Venini, caratterizzate da tecniche innovative come i “Sommersi”, le “Murrine romane” e i vetri “Corrosi”. Presenti anche le straordinarie paste vitree di Napoleone Martinuzzi per Zecchin Martinuzzi e le sperimentazioni di Ercole Barovier per Ferro Toso Barovier. Un’attenzione speciale è dedicata ai rari Vetri Musivi di Salviati, realizzati con tessere di mosaico su disegni di Guido Bin e Mario De Luigi.

La mostra è accompagnata da un catalogo a cura di Barovier e Carla Sonego, frutto di ricerche negli archivi della Biennale. Questo evento anticipa le future esposizioni dedicate al vetro muranese nelle Biennali dal 1948 al 1972, celebrando un’epoca di grande innovazione per l’arte vetraria veneziana.

 

Burri e Magritte protagonisti in un mercato d’aste londinese incerto

Le aste londinesi di Christie’s e Sotheby’s del 4 e 5 marzo hanno registrato un venduto superiore al 90%, ma il fatturato è sceso del 34% rispetto all'anno precedente, totalizzando 192,6 milioni di sterline. La strategia delle case d’aste si è basata su un’offerta contenuta e opere fresche per evitare il rischio di invenduti.

René Magritte si è confermato tra i più richiesti con La reconnaissance infinie (1933), battuto per 10,3 milioni di sterline, mentre Sotheby’s ha segnato il ritorno di Alberto Burri con Sacco e Nero 3 (1955), aggiudicato per 4,9 milioni di sterline, superando le stime. Più incerto l’andamento di Lucio Fontana, il cui Concetto spaziale con sei tagli ha raggiunto quasi 3 milioni, al di sotto delle aspettative.

Tra i flop, Enrico Castellani è rimasto invenduto con Superficie rossa (1963), mentre Agostino Bonalumi ha visto la sua Bianco e nero fermarsi a 63.500 sterline, meno del valore del 2008. In crescita invece Lisa Brice, il cui After Embah ha quintuplicato le stime arrivando a 5,4 milioni di sterline.

Sul fronte delle icone, Banksy con Crude Oil (Vettriano) ha totalizzato 4,2 milioni di sterline, lontano dai suoi record. Francis Bacon ha visto il suo Portrait of Man with Glasses venduto per 6,6 milioni, mentre Portrait du Docteur Boucard di Tamara de Lempicka ha chiuso a 6,6 milioni, sotto le aspettative.

Nonostante alcuni risultati positivi, il mercato mostra segni di incertezza, con offerte più prudenti e prezzi in calo rispetto agli anni precedenti.

 

Un Turner inedito in vendita a Vienna per 38 milioni

Un dipinto inedito di Joseph Mallord William Turner, raffigurante una veduta di Venezia dalla Giudecca, è stato messo in vendita dalla Galerie Artziwna di Vienna per 38 milioni di euro. L’opera, realizzata nel 1840 durante il terzo soggiorno dell’artista nella città lagunare, è considerata la prima versione del celebre dipinto conservato al Victoria & Albert Museum di Londra.

La provenienza del quadro è documentata solo dal 1980, quando apparve per la prima volta a Vienna. Nel 2005, l’attuale proprietario lo ha acquistato da un collezionista privato austriaco e sottoposto a studi che ne hanno confermato l’autenticità. L’attribuzione è stata avvalorata da esperti come Franz Smola del Belvedere e Katja Sterflinger dell’Accademia di Belle Arti di Vienna.

L’opera, la cui vendita è stata annunciata dall’emittente ORF, non sarà messa all’asta ma venduta privatamente attraverso la galleria viennese, specializzata in arte del dopoguerra.

 

Torino ospiterà la 57ª Conferenza Annuale di CIMAM

Dal 28 al 30 novembre 2025, Torino diventerà il punto di riferimento mondiale dell'arte, accogliendo oltre 300 delegati da tutto il mondo per la 57ª Conferenza Annuale di CIMAM - International Committee for Museums and Collections of Modern Art. L'evento si terrà alle OGR (Officine Grandi Riparazioni), un centro di innovazione e cultura della Fondazione CRT, e segna il ritorno della conferenza in Italia dopo quasi 50 anni. L'ultima edizione si era svolta nel 1976 a Bologna e Prato.

La conferenza è organizzata con il supporto della Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea CRT e della Fondazione CRT, ed è curata dal Comitato dei Contenuti, che include figure di spicco del settore museale come Chus Martínez, Kamini Sawhney, e Malgorzata Ludwisiak. I temi principali riguarderanno le trasformazioni strutturali nel mondo dell'arte e della cultura, esplorando nuove alleanze con il settore economico per rafforzare la centralità dell'arte nella società.

L'evento offrirà una riflessione collettiva, con casi studio e approcci partecipativi, affrontando le sfide e le opportunità in un momento di cambiamento profondo per il settore. La conferenza sarà ospitata in diverse sedi di Torino, con ulteriori dettagli sui luoghi in arrivo nei prossimi mesi.

 

Eugène Boudin: Il Padre dell'Impressionismo al Musée Marmottan-Monet

Il Musée Marmottan-Monet di Parigi ospita una grande mostra su Eugène Boudin, l'artista che insegnò a Claude Monet la tecnica della pittura en plein air, fondamentale per lo sviluppo dell'Impressionismo. La mostra, dal titolo "Eugène Boudin. Il padre dell’Impressionismo", sarà aperta dal 9 aprile al 31 agosto 2025 e presenterà una panoramica completa sulla carriera dell'artista, che fu cruciale nel formare la visione di uno dei più grandi maestri del movimento impressionista.

La carriera di Eugène Boudin

Nato nel 1824 a Honfleur, in Normandia, Boudin proveniva da una famiglia modesta. Si avvicinò alla pittura solo nel 1846, dopo aver lavorato nel settore tipografico. Iniziò a dipingere paesaggi della Normandia, dedicandosi alla luce naturale e all'atmosfera delle spiagge e delle campagne. Boudin fu tra i primi a praticare la pittura all’aperto, un approccio che avrebbe influenzato profondamente il giovane Monet.

Anche se il suo approccio era più "rifinito" rispetto agli altri impressionisti, che tendevano a lasciare la tela in uno stato più spontaneo, Boudin rifiutò l'approccio accademico tradizionale e cercò di catturare la luce e il movimento della natura. "Tre pennellate dal vero valgono più di due giorni di lavoro al cavalletto", diceva Boudin, sottolineando l'importanza di dipingere direttamente dalla realtà.

La relazione con Monet e gli altri impressionisti

Sebbene Boudin non fosse mai completamente integrato nel movimento impressionista, partecipò alla famosa esposizione impressionista del 1874, la prima del suo genere, che segnò un punto di rottura con le tradizioni artistiche. Il suo allievo più celebre, Claude Monet, divenne un fervente sostenitore della pittura all’aperto, sebbene Boudin ritenesse che Monet avesse sviluppato uno stile troppo "negligente". La mostra al Marmottan esplora proprio questa relazione, mettendo a confronto i lavori di Boudin e Monet, tra cui "La Plage à Trouville" di Boudin (1863) e "Sur la plage à Trouville" di Monet (1870).

La mostra e le sue sezioni

La mostra è suddivisa in otto sezioni, che ripercorrono il percorso artistico di Boudin, dalla sua attività nei paesaggi della Normandia alle vedute del Sud della Francia e gli scorci di Venezia. Una parte della collezione proviene da una raccolta privata di Yann Guyonvarc’h, che ha contribuito con opere significative, come le vedute delle scogliere di Étretat e dei velieri al largo di Le Havre. La mostra include anche il periodo belga, dove Boudin si rifugiò durante la guerra franco-prussiana e realizzò il suo unico dipinto storico, "La flotte anglaise" (1871).

Infine, un'ampia sezione è dedicata alle opere di Boudin su Venezia, città che visitò due volte negli ultimi anni della sua vita. Le sue vedute della città lagunare sono tra le ultime opere significative della sua carriera, che lui stesso considerò il suo "canto del cigno".

Riconoscimenti postumi

Nonostante il riconoscimento tardivo da parte della critica, che lo considerava un precursore più che un membro pienamente parte del movimento, la mostra del Marmottan pone l'accento sull'importanza di Boudin nel panorama impressionista. Il pittore Henri Fantin-Latour affermò che "Non gli è ancora stato dato il posto che merita", sottolineando la sua influenza fondamentale sull'evoluzione dell'arte moderna.

In sintesi, la mostra offre un'opportunità unica per riscoprire la figura di Eugène Boudin, un artista che, sebbene non fosse un impressionista a pieno titolo, fu essenziale per la formazione di una delle correnti artistiche più rivoluzionarie della storia dell'arte.

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