Le Notizie del 29 Marzo

Pubblicato il 29 marzo 2025 alle ore 19:46

Mercato dell’arte in Italia: l’IVA alta frena la competitività: Il rapporto Nomisma, presentato il 27 marzo a Palazzo Wedekind, evidenzia le difficoltà del mercato dell’arte italiano a causa dell’IVA al 22%, rispetto al 5,5% in Francia e al 7% in Germania. Tale squilibrio penalizza le vendite, riduce la competitività internazionale e mette a rischio le gallerie d’arte italiane.

Il settore, che genera un indotto di circa 4 miliardi di euro, ha visto una riduzione delle imprese e un calo del fatturato delle case d’asta dal 2019 al 2023. Il report sottolinea che, con un adeguamento dell’IVA al 5%, il mercato potrebbe crescere fino a 1,5 miliardi di euro entro il 2027, con un impatto economico di 4,2 miliardi. Anche una riduzione al 10% porterebbe benefici, con un fatturato di 1,3 miliardi.

Il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha annunciato l’intenzione del governo di intervenire sulla questione, mentre gli operatori del settore chiedono un’azione tempestiva per rilanciare il mercato e proteggere il patrimonio culturale italiano.

 

Quattro disegni del Codice Atlantico di Leonardo voleranno a Osaka per l’Expo 2025

L’Expo 2025 di Osaka, in Giappone, accoglierà presso il Padiglione Italia quattro disegni del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci, che saranno esposti a rotazione per tutta la durata dell’evento. L'esposizione delle preziose pagine del Codice, dal 1637 proprietà della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, fondata da Federico Borromeo nel 1607, è possibile grazie alla collaborazione con il Comune di Milano, che ha realizzato il progetto «Milano e Leonardo». L’obiettivo è quello di valorizzare Milano e l’eredità di Leonardo a livello internazionale, promuovendo l’insieme dell’opera leonardesca milanese e favorendo la scoperta di un momento straordinario della storia della città, caratterizzato da una peculiare interpretazione del Rinascimento grazie alla presenza di personalità d’eccezione, come Leonardo e Bramante, volute da Ludovico il Moro.

 

A L’Aquila riprendono gli interventi per il restauro dell’ottocentesco Teatro Comunale

Il sindaco di L’Aquila Pierluigi Biondi ha annunciato ieri 27 marzo che lunedì 31 riprendono, dopo una lunga fase di stallo, i lavori per restaurare l’ottocentesco Teatro Comunale, inagibile dal terremoto del 6 aprile 2009. Con i suoi palchi e stucchi la sala riaprirà nel 2026 per un appuntamento a conclusione dell’anno in cui la città sarà Capitale italiana della cultura. In serata il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha visitato il sito dichiarando che «L’Aquila ha una straordinaria comunità e una straordinaria cultura, sono stato presidente del MaXXI e conosco anche il potenziale che ha sviluppato nelle arti contemporanee. È una città giovane e viva che rinasce e sta completando il percorso di riconquista dei suoi spazi». A oggi il Teatro stabile d’Abruzzo presieduto da Miska Ruggeri può usare solo l’adiacente Ridotto. Il finanziamento è di 14 milioni di euro che, oltre al restauro strutturale e al miglioramento sismico, interessa gli arredi, gli impianti e la scenotecnica. I cinque milioni stanziati dal governo vengono dal Ministero della Cultura e si sono aggiunti ai nove resi disponibili nel 2017 e nel 2021 dal Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica), diventato poi Cipess. Il primo lotto aveva avuto un finanziamento di 10 milioni nel 2012. La stazione appaltante è il Comune, chi lo attua è l’Ufficio speciale per la ricostruzione di L’Aquila (Usra) presieduto da Salvatore Provenzano; la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di L’Aquila e Teramo, diretta da Cristina Collettini, sorveglierà i lavori.

 

In mostra al Museo dell’Opificio delle Pietre Dure il «Satiro che si tocca la coda» dell’Archeologico di Firenze, restaurato

Per la rassegna «Caring for Art. Restauri in mostra», promossa dall’Opificio delle Pietre Dure per far conoscere il lavoro degli undici settori di attività dell’Istituto fiorentino con l’esposizione di alcune opere a restauro concluso, prima che siano restituite alle proprietà, dal primo aprile sarà visibile nel Museo dell’Opd la piccola statua del «Satiro che si guarda e si tocca la coda», del Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Si tratta di una delle migliori repliche di età romana imperiale (se ne conoscono diverse versioni) di un originale ellenistico probabilmente in bronzo, caratterizzato dal movimento complesso e vorticoso. Già dagli studi precedenti era noto che l’opera è frutto di un restauro integrativo tardocinquecentesco, tipico degli ambienti collezionistici romani e fiorentini, che ha completato le due sole porzioni antiche: la testa e il tronco. Dalle indagini petrografiche condotte in occasione del restauro è stato possibile identificare con esattezza le integrazioni moderne, chiarendo che le due parti antiche, testa e busto, provengono da due statue differenti. Inoltre, le ricerche archivistiche hanno consentito di ricostruire la storia della statuetta e di accertare la sua provenienza dalla collezione di Niccolò Gaddi, personalità molto vicina a Francesco I e Ferdinando I de’ Medici, per i quali trattò tra l’altro vari acquisti di antichità a Roma.

 

 

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