1) Dal 17 marzo al 7 maggio 2025, il Politecnico di Milano ospita la mostra Carlo De Carli. Corollario , dedicata al poliedrico architetto, designer e pittore milanese, vincitore del primo Compasso d'Oro nel 1954. La mostra, che esplora il suo operato tra architettura, design e pittura, include arredi, disegni, modellini, dipinti e materiali inediti, tra cui lezioni e scritti originali. De Carli, allievo e collaboratore di Gio Ponti, ha contribuito in modo significativo al design Made in Italy, con opere premiate a livello internazionale.
2) La "Dama col liocorno" di Raffaello, uno dei capolavori della Galleria Borghese di Roma, sarà esposta dal 26 marzo al 22 giugno 2025 nelle Gallerie d'Italia di Napoli, nell'ambito della 15ma edizione dell'iniziativa "L'Ospite Illustre" promossa da Intesa Sanpaolo. Questo progetto, avviato nel 2015, mira a rendere accessibili opere di rilievo provenienti da musei italiani e internazionali.
Il dipinto, attribuito a Raffaello nel 1927 da Roberto Longhi, ha subito un importante restauro nel 1936, che ha rivelato l'iconografia originale: una dama con un unicorno, in sostituzione di una ruota dentata (simbolo di santa Caterina di Alessandria). Il restauro ha inoltre svelato un paesaggio sullo sfondo e ha rivelato un cane sotto l'unicorno, simbolo di fedeltà coniugale.
La datazione del dipinto rimane controversa, ma generalmente si colloca tra la fine del 1504 e l'inizio del 1505, durante il periodo fiorentino di Raffaello. Il dipinto è stato associato al matrimonio tra Angelo Doni e Maddalena Strozzi, con alcuni studiosi suggerendo che la dama possa essere Maddalena Strozzi stessa. In particolare, le affinità stilistiche tra questa opera e altri ritratti della coppia conservati agli Uffizi suggeriscono un'influenza della "Gioconda" di Leonardo da Vinci, che Raffaello potrebbe aver visto poco dopo il suo arrivo a Firenze.
Il restauro del 1960 ha rivelato ulteriori dettagli, alimentando il dibattito sulla relazione tra la "Dama col liocorno" e il lavoro di Leonardo, in particolare sullo studio della ritrattistica leonardesca e sulle sue influenze.
3) L'Italia si distingue come leader nell'uso dei fondi del Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) destinati alla cultura, con un investimento complessivo di 6,6 miliardi di euro (pari al 3,5% del budget totale). Questo dato emerge dallo studio comparato di Civita e Studio Valle, che ha analizzato lo stato di avanzamento dei Pnrr di Italia, Francia, Portogallo e Spagna.
Al 30 giugno 2024, l'Italia ha già allocato il 95% dei fondi per la cultura, con alcuni progetti che hanno anticipato i tempi, come nel caso dell'investimento su parchi e giardini storici. L'Italia è inoltre in anticipo sul target di 315 borghi finanziati nell'ambito dell'investimento "Attrattività dei Borghi", che ha visto anche il coinvolgimento di 2.700 imprese locali. Il Ministero della Cultura, sotto la guida del Ministro Alessandro Giuli, ha sottolineato l'importanza di promuovere il rafforzamento dei territori e paesaggi, ponendo particolare attenzione alla relazione tra centro e periferia.
In termini di confronto internazionale, l'Italia è seguita dalla Francia (3,1%), Portogallo (1,45%) e Spagna (1,19%). La Spagna e il Portogallo si sono concentrati maggiormente sulla digitalizzazione e sul sostegno alle industrie creative, mentre l'Italia ha eccelso nell'efficienza nell'uso delle risorse, con circa 4 miliardi di euro già attivati per la cultura e 2,06 miliardi di euro per il settore turistico, pari rispettivamente al 95% e 86% delle risorse allocate.
Il report sottolinea che, a differenza di settori più complessi come la transizione ecologica o la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, il settore culturale si è distinto come modello di eccellenza, con una rapida attuazione dei progetti. Questo successo potrebbe servire da esempio per migliorare l'esecuzione delle altre missioni del Pnrr, mettendo la cultura al centro come catalizzatore di coesione sociale, crescita sostenibile e innovazione tecnologica.
4) Il 13 maggio 2025, Aste Bolaffi a Torino presenterà una rara opera di Fernand Léger, intitolata "Nature morte (Contraste des formes)", realizzata tra il 1913 e il 1914. La gouache e carboncino su carta (62,5 x 45 cm) è stimata tra 800.000 e 1,2 milioni di euro. L'opera proviene da importanti collezioni milanesi, come Frua e Jucker, e tornerà sul mercato dopo oltre 60 anni, avendo già attirato grande attenzione mediatica nel 1962 quando fu venduta all'asta.
Léger, celebre artista francese del XX secolo, fu influenzato dal Cubismo e dalle innovazioni tecnologiche dell'epoca, creando composizioni che riflettevano il movimento meccanico della vita moderna. "Nature morte (Contraste des formes)" appartiene al ciclo dei "Contrasti di forme", in cui Léger abbandonò la rappresentazione figurativa per concentrarsi sulla composizione astratta, utilizzando forme geometriche e colori primari. Questa serie è rara e la versione a colori proposta è particolarmente ricercata.
Altri lavori simili di Léger sono conservati in prestigiosi musei internazionali, come il Guggenheim, il MOMA, il Centre Pompidou e la Tate Modern. Tra le vendite più significative dell'artista, spicca quella del 2008, quando il dipinto "Étude pour la femme en bleu" fu venduto per oltre 39 milioni di dollari a Sotheby's.
L'asta del 13 maggio vedrà anche altre opere di rilevanza internazionale, con una esposizione pubblica che precederà la vendita presso le sedi italiane ed europee del gruppo.

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