1)Rai 5 dedica un documentario a Felice Casorati in occasione della mostra a lui dedicata a Palazzo Reale di Milano (15 febbraio-29 giugno). In onda il 19 febbraio alle 21.15, Felice Casorati. Uno studio tutto per sé esplora il suo studio-atelier, da Torino alla residenza di Pavarolo, con il contributo della storica dell’arte Giorgina Bertolino. Il documentario racconta il legame di Casorati con Torino, la sua amicizia con Piero Gobetti, il rapporto con i mecenati Riccardo e Cesarina Gualino, e la sua influenza sulla scena artistica del tempo. Chiara Bertola, direttrice della GAM di Torino, ne inquadra il ruolo nel contesto artistico del Novecento, mentre la Rai presenta il dipinto "Concerto" (1924), una delle sue opere più richieste per mostre internazionali. Viene esplorata anche la sua attività di scenografo, il suo insegnamento all’Accademia Albertina, e il rapporto con la musica, con un focus sull’amicizia con Alfredo Casella. Un ritratto completo di un artista poliedrico, sempre indipendente rispetto ai movimenti del suo tempo.
2)Schröder: 25 anni di successi all’Albertina, ma qualche rimpianto
Dopo 25 anni alla guida dell’Albertina di Vienna, Klaus Albrecht Schröder ha lasciato il posto a Ralph Gleis il 1° gennaio 2025. Durante il suo mandato, il museo è passato da 2.500 a 35.000 metri quadrati di superficie espositiva, ha superato il milione di visitatori all’anno e ha ampliato le collezioni con donazioni importanti come quelle Batliner ed Essl. Ha inoltre inaugurato due nuove sedi: una dedicata all’arte del XX e XXI secolo e un’altra, a Klosterneuburg, focalizzata sulla scultura.
Nonostante i successi, Schröder ammette qualche delusione. Avrebbe voluto dirigere il Kunsthistorisches Museum, che secondo lui ha un potenziale ancora inespresso, e realizzare la fusione tra Albertina e Belvedere, per creare un polo museale di primo livello. Tuttavia, ha dovuto affrontare resistenze politiche e burocratiche, vincendo molte sfide grazie alla sua determinazione e a finanziamenti privati, come nel caso della Albertina Modern.
Schröder conclude con una riflessione: la tenacia può superare gli ostacoli, ma il tempo è fondamentale. E per alcuni progetti, non ne ha avuto abbastanza.
3)La Chiesa di San Silvestro a Prato: un bunker religioso
La nuova Chiesa di San Silvestro a Prato, costruita per sostituire la precedente chiesetta con portico, ha rotto ogni legame con il passato. Il nuovo edificio di cemento senza finestre si presenta come un bunker chiuso all’esterno, sebbene continui a usare il campanile storico.
I due architetti e collezionisti di "mostri architettonici", Gaggero e Luccardini, descrivono la chiesa come un simbolo di incomunicabilità: la vecchia e la nuova costruzione sembrano due persone in conflitto, che si voltano le spalle senza mai parlarsi.
Se da un lato il nuovo edificio voleva rompere con la tradizione e dichiarare la propria diversità, dall’altro il risultato appare come una guerra estetica tra passato e presente, con un impatto architettonico che sfida le convenzioni toscane.
4)Le muse che hanno ispirato gli artisti tra Otto e Novecento
La Galleria Russo di Roma ospita, dal 21 febbraio al 13 marzo 2025, la mostra «Ninfa e Musa. Un secolo del femminile nell’arte», curata da Daniela Fonti. Con 55 opere di artisti tra ’800 e ’900, l’esposizione esplora l’evoluzione dell’iconografia femminile, tra realtà e mito.
Il percorso si apre con due ritratti emblematici: la Principessa di Beaumont di John Singer Sargent (1884) e una donna anonima di Antonio Mancini, espressione di due mondi opposti, aristocratico e popolare. Seguono capolavori come «Femme à la voilette» di Medardo Rosso, che trasforma il volto femminile in un’evanescente impressione visiva.
Tra gli artisti esposti figurano Duilio Cambellotti, con le sue opere Liberty e pubblicitarie, e Giacomo Balla, con lavori futuristi e figurativi. Spiccano il «Ritratto di bambina» (1911) di Boccioni, il «Nudo di schiena» (1921-22) di Casorati, e le «Bagnanti sopra una spiaggia» (1935) di de Chirico. Mario Sironi immortala Margherita Sarfatti, mentre Levi e Pirandello plasmano i loro nudi con forti chiaroscuri.
Il lato onirico dell’arte emerge nella «Nascita di Venere» (1950) di Alberto Savinio, una fusione grottesca di uomo e animale. Tra un Severini futurista e figurativo, si inserisce il «Ritratto della sorella» di Achille Funi, che esprime una modernità radicata nella classicità.
La mostra dimostra come la figura femminile sia stata, per gli artisti, ispirazione continua, tra forma, emblema, mito, realtà e sogno: la perfetta sintesi tra ninfa e musa.
5)Lo straniero Picasso fa tappa a Roma
Dopo Milano e Mantova, la mostra «Picasso lo straniero» arriva a Palazzo Cipolla dal 27 febbraio al 29 giugno 2025, approfondendo un aspetto poco esplorato dell’artista: la sua condizione di eterno straniero.
Pur avendo vissuto in Francia per quasi settant’anni, Pablo Picasso non fu mai naturalizzato, rimanendo sempre un immigrato agli occhi della società francese. Curata da Annie Cohen-Solal e co-curata da Johan Popelard, la mostra raccoglie un centinaio di opere tra dipinti, disegni, ceramiche e stampe, accompagnate da foto, video e documenti, tra cui rari materiali dell’Archivio della polizia francese.
L’esposizione evidenzia la diffidenza e le resistenze che il maestro dell’avanguardia suscitava nei circoli accademici e nella società conservatrice. Nonostante il suo status di «monarca dell’arte», Picasso restò per molti un estraneo, tema centrale della mostra organizzata dalla Fondazione Roma con il supporto del Musée National Picasso-Paris.
6)Il Banksy di Mark Hoppus all’asta: stima fino a 5 milioni di sterline
Il 4 marzo 2025, alla Modern & Evening Auction di Sotheby’s a Londra, andrà all’asta «Crude Oil (Vettriano)» di Banksy, stimato tra 3 e 5 milioni di sterline. L’opera proviene dalla collezione di Mark Hoppus, bassista e fondatore dei Blink-182, simbolo del punk-rock californiano.
L’opera è una rivisitazione dissacrante di «The Singing Butler» (1992) di Jack Vettriano: Banksy sostituisce la romantica coppia danzante con due uomini in tute anticontaminazione che trasportano un barile di rifiuti tossici, affrontando il tema dell’inquinamento. Il dipinto, uno dei pochi realizzati a mano dall’artista, fu esposto nella sua prima mostra tradizionale a Londra nel 2005.
Hoppus acquistò il quadro poco dopo essersi trasferito a Londra nel 2011. Ora ha deciso di venderlo per sostenere giovani artisti emergenti, seguendo lo spirito di solidarietà della comunità punk. Un gesto da vero "mecenate con la cresta", come lui stesso ironizza.

Aggiungi commento
Commenti