Roberto Ruggi Bilotti ritira una scultura di Boccioni dalla mostra sul Futurismo alla GNAM
Roberto Ruggi Bilotti, collezionista e mecenate, ha deciso di ritirare la scultura Forme uniche della continuità dello spazio di Umberto Boccioni dalla mostra "Il tempo del Futurismo" alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna (GNAM) di Roma. Alla base della decisione, una serie di gravi criticità legate sia alla sicurezza sia all'allestimento. Secondo Bilotti, le condizioni del museo non rispettano quanto previsto dal facility report sottoscritto al momento del prestito: tra i problemi segnalati, vetri rotti, sensori antifurto malfunzionanti, canaline passacavi scoperte e infissi arrugginiti, con un rischio non solo per le opere esposte, ma anche per i visitatori.
Oltre a queste problematiche strutturali, il collezionista ha denunciato un'esposizione inadeguata della scultura, relegata in un corridoio buio che non ne valorizza l'importanza. L'opera, raffigurata sulle monete da venti centesimi e simbolo scelto dall'Italia presso le Nazioni Unite, meritava – secondo Bilotti – un trattamento diverso. Critiche sono state rivolte anche alle didascalie della mostra, definite fuorvianti, e al catalogo, che include opere non effettivamente esposte.
La decisione di ritirare la scultura è stata comunicata al museo tramite una lettera, ma, come afferma Bilotti, non è giunta alcuna risposta dalla GNAM. «Il silenzio è l'unica reazione ricevuta», ha concluso il collezionista, esprimendo amarezza per una situazione che ha compromesso il prestito di uno dei capolavori della sua collezione.
Mantova: La Cupola di Juvarra, un capolavoro da riscoprire
Dopo anni di interventi e restauri, Mantova offre un nuovo tesoro ai suoi visitatori: la possibilità di ammirare da vicino la spettacolare cupola della Basilica Concattedrale di Sant’Andrea, progettata nel Settecento da Filippo Juvarra. Questo straordinario monumento, che fonde il genio di Leon Battista Alberti e la visione barocca di Juvarra, è ora accessibile al pubblico grazie a un ambizioso progetto di valorizzazione.
Il restauro, diretto da Monica Nascig, ha trasformato gli antichi camminamenti destinati ai manutentori in un percorso sicuro e suggestivo. Una scala a chiocciola di oltre 170 gradini conduce al tamburo, dove una pedana in legno offre una vista panoramica su Mantova e i suoi laghi. All'interno, i visitatori possono ammirare da un’altezza di 30 metri i dettagli decorativi della cupola: gli stucchi dorati, i dipinti murali e il catino absidale. L'illuminazione, appositamente progettata, valorizza i dettagli architettonici e garantisce la sicurezza del percorso.
Una curiosità affascinante è il tubo di ferro con 200 ugelli utilizzati nell’Ottocento per illuminare la cupola con gas: un dettaglio che racconta la storia tecnologica del luogo. I lavori, che hanno un valore complessivo di oltre 1,6 milioni di euro, continueranno con la manutenzione delle coperture e il restauro del pronao albertiano.
Grazie a questi interventi, Sant’Andrea non è solo un luogo di culto, ma anche una straordinaria testimonianza storica e architettonica, pronta a conquistare nuovi visitatori.
Orvieto: Il Duomo e le tele cinquecentesche “sospese”
Il trasferimento temporaneo delle tele cinquecentesche dal Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto alla Cattedrale sta suscitando dibattito. Sebbene la decisione di collocarle nelle cappelle laterali sia stata autorizzata dalla Soprintendenza, le critiche non sono mancate. Lucio Riccetti di Italia Nostra ha lamentato la mancanza di una contestualizzazione adeguata, con le opere posizionate ad altezze che ne compromettono la visibilità.
Il progetto, tuttavia, è stato studiato per essere temporaneo e rispettoso delle esigenze conservative. Le opere, tra cui capolavori di Cesare Nebbia e Girolamo Muziano, si trovano ora nel luogo per cui furono create, sebbene adattate a un allestimento moderno. I lavori di restauro del museo, inclusi impianti di climatizzazione e miglioramenti strutturali, dovrebbero concludersi entro due anni, riportando le opere nella loro collocazione originale.
La sfida di bilanciare conservazione e accessibilità continua a essere centrale in un luogo che custodisce tesori di inestimabile valore storico e artistico.
L’Ercole Mastai: Restauro di un Gigante di Bronzo
La statua in bronzo dell’Ercole Mastai, la più grande e integra scultura bronzea dell'antichità, è tornata a splendere grazie a un restauro durato quattro anni. Alta quasi quattro metri, la statua è un esempio eccezionale di conservazione grazie al suo interramento rituale nell'antichità. La doratura originale è rimasta pressoché intatta, un dettaglio che la rende unica nel panorama dell'arte classica.
Il restauro, condotto dai Musei Vaticani con il supporto dei Patrons of the Arts, ha incluso la pulizia delle superfici, la revisione delle integrazioni ottocentesche e lo studio della datazione. Gli esperti ritengono che la statua, originariamente collocata nel Teatro di Pompeo a Roma, sia stata sepolta dopo essere stata colpita da un fulmine, secondo il rito del fulgur conditum.
Questo capolavoro non è solo un'opera d'arte, ma un documento storico che racconta pratiche religiose, tecniche artistiche e i gusti dell'antica Roma. I risultati del restauro saranno fondamentali per approfondire la nostra comprensione della scultura classica e della sua conservazione.

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