Alla Gnam si apre la mostra «che intende contestualizzare i capolavori esposti in una sorta di “sociologia” culturale fondata soprattutto sulle innovazioni scientifiche e tecnologiche che ne hanno accompagnato la creazione», dichiara il curatore Gabriele Simongini.

Il Futurismo celebrato alla GNAM: una mostra multidisciplinare sul movimento che cambiò l’arte e la società
Dal 2 dicembre 2024 al 28 febbraio 2025, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea (GNAM) di Roma ospita Il tempo del Futurismo, una mostra che non solo celebra il movimento fondato da Filippo Tommaso Marinetti ma ne esplora le radici scientifiche e tecnologiche, creando un dialogo tra arte, innovazione e società. L’evento, curato da Gabriele Simongini, coincide con l’ottantesimo anniversario della morte di Marinetti ed è già al centro dell’attenzione mediatica, grazie anche alle polemiche e alle anticipazioni che lo hanno preceduto.
Un progetto ambizioso tra arte, scienza e pubblico giovane
La genesi della mostra risale al dicembre 2022, quando l’allora Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano affidò a Simongini il compito di realizzare una rassegna capace di coinvolgere il grande pubblico, con particolare attenzione alle nuove generazioni. L’obiettivo? Andare oltre le consuete esposizioni per specialisti, mettendo in luce il legame tra il Futurismo e le rivoluzioni tecnologiche che hanno segnato il primo Novecento.
«La mostra è concepita come un’esperienza multidisciplinare che non si limita a esporre opere d’arte, ma le contestualizza attraverso una “sociologia culturale” fondata sulle innovazioni scientifiche dell’epoca», spiega Simongini. Un esempio è l’idrovolante Macchi Castoldi MC 72, simbolo di velocità e modernità, esposto in una replica a grandezza naturale. Questo velivolo non solo rappresenta un traguardo tecnologico ma richiama l’immaginario futurista celebrato da Marinetti nell’Aeropoema del Golfo della Spezia.
Un percorso espositivo tra innovazione e tradizione
Distribuita su 26 sale e 4.000 metri quadrati, la mostra si articola in dieci sezioni tematiche. Tra queste:
- Futurismo analitico e dinamismo plastico, che esplora i primi esperimenti formali.
- Aeropittura e Idealismo cosmico, che evidenziano l’espansione del movimento verso la rappresentazione di nuove dimensioni percettive.
- Arte meccanica e Ricostruzione futurista dell’universo, che mettono in dialogo opere con oggetti scientifici d’epoca.
- Una sezione dedicata al cinema e una alla figura di Guglielmo Marconi, definito da Simongini “un autentico futurista”.
Tra i capolavori esposti spiccano Lampada ad arco di Giacomo Balla, proveniente dal MoMA di New York, e il Nudo che scende le scale n. 1 di Marcel Duchamp, che sottolinea come l’idea del movimento permeasse tutta l’arte del periodo, non solo quella futurista.
Coinvolgimento digitale e nuovi alfabeti visivi
Due installazioni interattive ampliano l’esperienza per i visitatori: una multimediale, che simula i mutamenti percettivi indotti dalla modernità del primo ’900, e una seconda dedicata alla creazione di un nuovo alfabeto futurista, frutto di una ricerca filologica approfondita.
«La scelta di un approccio inclusivo e dinamico è stata una priorità sin dall’inizio», afferma Simongini. Questo approccio si riflette anche nell’organizzazione di eventi collaterali, come talk e performance live curati da Federico Palmaroli, noto come “Osho”, per avvicinare il pubblico giovane al Futurismo attraverso un linguaggio contemporaneo.
Un progetto pluralista e nazionale
Pur celebrando il Futurismo come movimento italiano, la mostra evita di cadere in una lettura autarchica. «Non si tratta di escludere i legami internazionali, ma di proporre un focus sull’originalità italiana», spiega il curatore. Il catalogo Treccani che accompagna l’evento include saggi di esperti come Günter Berghaus, Giovanni Lista e Marcello Veneziani.
Un omaggio dovuto a un movimento rivoluzionario
Nonostante le critiche preventive, spesso infondate, il progetto rappresenta un tributo necessario al movimento che ha trasformato l’arte e la società italiana ed europea. «Il Futurismo, con la sua modernolatria, è un motivo d’orgoglio nazionale e un argomento di grande interesse internazionale, soprattutto negli Stati Uniti», conclude Simongini.
La mostra alla GNAM non è solo un’occasione per riscoprire i capolavori futuristi, ma un viaggio nel cuore della modernità, tra arte, tecnologia e cultura. Un appuntamento imperdibile per chiunque voglia comprendere come il Futurismo abbia ridefinito il nostro modo di guardare il mondo.
Tommaso Masi / 29/11/2024
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