Il 2025 si preannuncia come un anno da seguire con attenzione per gli amanti dell’arte e gli investitori astuti. Se nel 2015 artisti come Bonalumi, Castellani, Scheggi e Dadamaino facevano faville con rivalutazioni da capogiro (+200% in appena due anni!), oggi il mercato ha rallentato, ma questa è una buona notizia per chi vuole investire con intelligenza. Durante le fasi “orso” del mercato – quando tutti sono distratti – si nascondono infatti le occasioni migliori.
Ecco perché questo è il momento giusto per puntare sui giganti dell’arte italiana e trasformare un periodo di stagnazione in una miniera d’oro per il vostro portafoglio.
Perché puntare ora sull’arte italiana?
Il valore di molte opere iconiche degli anni ’60 è crollato fino al -75% rispetto ai picchi del 2015. Questo significa che oggi è possibile acquistare autentici capolavori a prezzi che un tempo sarebbero stati impensabili. Ma facciamo qualche esempio concreto per capire meglio le dinamiche di questo mercato.
Agostino Bonalumi: l’affare dietro l’angolo
Nel novembre 2024, un’opera senza titolo del 1964 (70x54x7 cm, tecnica mista su tela) è stata venduta per 28.000€. Sembra poco? Lo è: nel 2015, la stessa opera valeva ben 116.000€. Sì, avete letto bene, una svalutazione del -75%. Immaginate di comprare oggi un suo lavoro e rivenderlo tra qualche anno, quando il mercato tornerà a premiare il suo contributo al panorama artistico internazionale.

Paolo Scheggi foto by Sotheby's
Paolo Scheggi: il campione della volatilità
Nel 2014, una sua «Superficie curva bianca» del 1966 veniva venduta a Londra per 394.000€. Nel novembre 2023, la stessa tipologia di opera è rimasta invenduta con una stima ridotta tra 60.000 e 80.000€. Questo rappresenta un calo del -80%, ma anche una straordinaria occasione per entrare in possesso di un’opera d’arte di livello museale a un prezzo che definire “scontato” è un eufemismo.
Enrico Castellani: un gigante sottovalutato
Castellani è un nome che negli anni ’10 faceva tremare le sale d’asta. Nel 2014, una sua «Superficie bianca» del 1966 (100x80 cm) veniva aggiudicata per 840.000€. Oggi? Una «Superficie bianca» del 1966, più piccola (50x50 cm), è stata venduta da Christie’s New York a novembre 2024 per 84.000€. Il mercato tornerà a premiare questo maestro del rigore geometrico.
Piero Gilardi: tappeti e investimenti
Dopo la sua scomparsa nel 2023, il mercato non ha ancora metabolizzato il genio di Piero Gilardi. I suoi celebri «Tappeti-Natura» (40x40 cm) si trovano a meno di 5.000€. Vi sembra poco? Ricordate che nel 2005 i ricami di Alighiero Boetti valevano gli stessi soldi, ma oggi vi servirebbero 50.000€ per portarli a casa. Questi tappeti sono un biglietto per il futuro.
Antonio Sanfilippo: l’arte segnica che torna di moda
Nel novembre 2024, un suo «Senza titolo» del 1956 (69x100 cm) è stato aggiudicato per 53.000€, registrando un +30% rispetto al 2020. Questo dato suggerisce che il mercato sta iniziando a riscoprire Sanfilippo, artista che per troppo tempo è rimasto nell’ombra di sua moglie, Carla Accardi.
Giulio Turcato e Achille Perilli: giganti in attesa di riscatto
Le opere di Turcato, come Barbaglio (1988), hanno visto una svalutazione da 21.000€ nel 2008 a 10.000€ nel 2024. Stessa sorte per Achille Perilli, di cui una mista su tela del 1965 (165x130 cm) è stata venduta per 38.000€. Questi artisti hanno il potenziale di triplicare il loro valore nel medio-lungo termine.

De Pisis Foto by Sotheby's
Filippo de Pisis e Mario Sironi: maestri a buon mercato
Grazie alla Biennale di Venezia, De Pisis ha vissuto un nuovo momento di gloria, ma le sue opere degli anni ’30 e ’40 passano ancora in asta per meno di 20.000€. Sironi, invece, è bloccato in un mercato secondario con piccoli lavori che valgono tra 5.000€ e 15.000€. Prezzi ridicoli per due colossi dell’arte italiana.
Carlo Carrà: il maestro in saldo
Un capolavoro come Maternità (1950) è stato venduto nel dicembre 2024 per 24.000€, quando nel 2008 ne valeva 116.000€. Un calo del -79%, che grida: “Comprami ora!”.
Conclusioni: il 2025 è il momento di fare la mossa giusta
Investire oggi nell’arte italiana è come trovare un tesoro nascosto sotto la sabbia prima che gli altri se ne accorgano. Il mercato ribassista è un biglietto di sola andata per accaparrarsi capolavori a prezzi accessibili, con ottime probabilità di vedere il loro valore schizzare alle stelle nei prossimi anni.
Ma attenzione: l’arte non è solo una strategia per il portafoglio, è pura magia per l’anima. Ogni quadro appeso al muro vi parlerà, vi ispirerà e darà un tocco unico alla vostra vita quotidiana. Sì, un Bonalumi non paga le bollette, ma può trasformare una giornata grigia in un viaggio verso l’infinito.
Quindi, preparatevi: affilate il fiuto per gli affari, lasciatevi guidare dalla passione e lanciatevi in un’avventura che vi farà sentire un po’ esploratori e un po’ visionari. Il 2025 non è solo un anno per investire, è un’occasione per sognare in grande e farlo con stile.
L’arte non è solo da guardare, è da vivere. E chissà, magari quel quadro che vi farà innamorare potrebbe anche regalarvi un futuro più brillante.
Tommaso Masi
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