1)La Collezione Nahmad arriva in Normandia. Dal 28 marzo al 29 giugno 2025, il Musée des Impressionnismes di Giverny ospiterà una selezione di opere straordinarie della collezione dei fratelli Ezra e David Nahmad, due tra i più influenti e multimiliardari collezionisti e mercanti d'arte del mondo. La mostra, intitolata «La collezione Nahmad. Da Monet a Picasso», presenterà una sessantina di opere che spaziano dall'Impressionismo all'arte moderna, con capolavori di artisti leggendari come Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir, Henri Matisse, Amedeo Modigliani, e Pablo Picasso.
Ezra (nato a Beirut nel 1945) e David (nato a Beirut nel 1947) sono noti per aver creato una delle più grandi e preziose collezioni d'arte private al mondo, che conta oltre 4.000 opere, stimate tra i 7 e gli 8 miliardi di dollari. La loro collezione è specializzata in Impressionismo, Postimpressionismo e Arte moderna, con una delle più grandi raccolte di opere di Picasso, tra cui il celebre «Ragazza con un cesto di fiori» (1905), acquistato nel 2018 per 115 milioni di dollari.
Le opere esposte a Giverny includono anche il capolavoro di Matisse, «La lezione di piano» (1923), presentato anche in passato al Musée Matisse di Nizza, e altri dipinti iconici come «Il vaso di gerani» di Zandomeneghi, «La ragazza che si pettina» di Renoir, «La toilette: madame Fabre» di Toulouse-Lautrec, e una serie di opere di Monet, tra cui «Ninfee con riflessi di erba alta» (1897).
Questa mostra rappresenta una rara occasione per il pubblico di scoprire alcuni dei capolavori più significativi della collezione privata dei Nahmad, contribuendo anche a rafforzare i legami tra musei e collezioni private, come sottolineato dal curatore Cyrille Sciama.
2)I Dazi di Trump e l'Impasto sul Mercato dell'Arte Canadese. La guerra commerciale lanciata da Donald Trump contro i principali partner commerciali degli Stati Uniti, inclusi Canada e Messico, sta suscitando preoccupazioni significative nel mercato dell'arte canadese. Con l'introduzione di dazi sulle importazioni dal Canada che entreranno in vigore il 4 marzo 2025, il settore dell'arte canadese potrebbe subire gravi danni.
Il mercato canadese dell'arte, che dipende fortemente dal flusso di commercianti e collezionisti transfrontalieri, potrebbe trovarsi in difficoltà, anche a causa di un tasso di cambio sfavorevole del dollaro canadese rispetto a quello statunitense. Le tariffe, che vanno dal 10% al 25% su varie merci, potrebbero far lievitare ulteriormente i prezzi delle opere d'arte provenienti dagli Stati Uniti, riducendo il numero di potenziali acquirenti.
Mackenzie Sinclair, direttore esecutivo dell'Art Dealers Association of Canada (ADAC), ha sottolineato che il mercato dell'arte è un "ecosistema fragile" e che l'imposizione di dazi avrà probabilmente un impatto a catena, influenzando negativamente il settore. Prezzi più alti potrebbero scoraggiare gli acquirenti, mentre il rafforzamento del dollaro statunitense potrebbe esacerbare ulteriormente le difficoltà.
Molti galleristi e commercianti canadesi partecipano a fiere d'arte negli Stati Uniti, e una guerra commerciale potrebbe compromettere la loro capacità di parteciparvi o anche solo di negoziare transazioni transfrontaliere. Debora Herringer Kiss, gallerista canadese, avverte che i dazi sopprimerebbero il flusso commerciale, danneggiando gravemente le vendite di opere d'arte tra i due paesi.
Alcuni, come Todd Hosfelt, gallerista di San Francisco, dubitano che i dazi influenzino la volontà degli acquirenti di arte, credendo che i più ricchi continueranno a spendere, mentre altri sono più preoccupati per gli effetti di un mercato sempre più globalizzato e incerto. In ogni caso, l’imposizione di dazi si preannuncia come una minaccia significativa per l'intero settore.
3) Cecily Brown: Trent’anni di figurazione astratta
Dal 9 marzo al 25 maggio 2025, la Barnes Foundation di Filadelfia ospita la più grande mostra mai dedicata all'artista inglese Cecily Brown negli Stati Uniti, intitolata «Cecily Brown: Themes and Variations». Curata da Simonetta Fraquelli e Katherine Brodbeck, la mostra ripercorre tre decadi della carriera dell'artista, esplorando temi ricorrenti come il boudoir, il giardino, la caccia e il naufragio. Con oltre 30 opere, tra cui grandi dipinti e lavori su carta, la rassegna offre una panoramica profonda della sua visione artistica e femminista.
Cecily Brown, che è emersa nel panorama dell'arte contemporanea negli anni '90 grazie all'acquisto da parte di Charles Saatchi di una sua serie di dipinti erotici, ha da sempre combinato la figurazione con l'astrazione gestuale. Influenzata da artisti come Willem de Kooning, Philip Guston, Oskar Kokoschka e Francis Bacon, la sua pittura trasmette un'intensa energia fisica e un continuo dialogo tra il figurativo e l'astratto. Le opere più celebri in mostra includono «Girl on a Swing» (2004), che rielabora il celebre dipinto di Fragonard, e «The Splendid Table» (2019-2020), un omaggio alle nature morte del Seicento olandese.
Questa esposizione si configura come un importante capitolo nella carriera dell'artista, evidenziando la sua capacità di creare tensione visiva e emotiva in ogni suo dipinto, un aspetto che ha spesso definito il suo processo creativo.
4) Cattelan e Stourdzé aprono le porte di Villa Medici al colore
Fino al 9 giugno 2025, l’Accademia di Francia a Roma - Villa Medici ospita la mostra «Chromotherapia», curata da Maurizio Cattelan e Sam Stourdzé. L’esposizione celebra un secolo di fotografia a colori, presentando oltre 300 immagini di 19 autori internazionali, che esplorano le potenzialità espressive e il fascino del colore in fotografia.
La mostra si snoda in sette sezioni che vanno dalle pionieristiche esperimentazioni degli anni '30, influenzate dall’avvento della Kodak e dal processo Vivex a tre negativi, fino alle opere di artisti più recenti. Tra i protagonisti storici, emerge Madame Yevonde, che reinterpretò gli archetipi femminili con ritratti mitologici, mentre Erwin Blumenfeld rivoluzionò la fotografia di moda con audaci manipolazioni del colore.
Tra i temi ricorrenti, emergono il Surrealismo, la pop culture, il kitsch e il Barocco, attraverso lavori come quelli di Harold Edgerton, che utilizzò il flash stroboscopico per catturare momenti impossibili da vedere ad occhio nudo, come il pallone da football in volo o il proiettile che attraversa una mela.
L’esposizione propone anche una sezione divertente e ironica con ritratti di animali domestici, trasformati in icone artistiche. Tra questi, le fotografie di Walter Chandoha, famoso per i suoi ritratti di gatti, e William Wegman, che ha reso celebri i suoi cani pettinati con lunghe parrucche.
«Chromotherapia» non solo riflette la storia della fotografia a colori, ma invita anche a una riflessione sul cambiamento del colore nel tempo, osservando come la sua fragilità e la sua evoluzione siano una parte essenziale della percezione visiva.
5) La cultura è il cuore dell’innovazione sociale
Il 5 marzo 2025, verrà presentata la seconda edizione del report dal titolo "Arte e iniziative culturali come risorse per la sostenibilità sociale", a cura dell’Istituto per la Ricerca sull’Innovazione Trasformativa (ITIR) dell’Università di Pavia, in collaborazione con ARTE Generali, Banca Generali e Deloitte Private. Lo studio esplora come le organizzazioni che possiedono beni artistici o promuovono iniziative culturali possano contribuire allo sviluppo sostenibile, sia a livello territoriale che per la collettività. Questi beni artistici, sempre più parte integrante della strategia aziendale, diventano strumenti di marketing e di valorizzazione dell’identità aziendale, ma anche mezzi per rafforzare la reputazione e coinvolgere partner e dipendenti.
L'analisi, che si riflette anche sugli sviluppi normativi europei, esplora come le aziende gestiscano, misurino e comunichino l’impatto delle loro iniziative culturali, in linea con gli Obiettivi di Sostenibilità (SDGs) dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite e il Framework Culture|2030 Indicators dell’UNESCO. Sebbene le organizzazioni artistiche e culturali abbiano ampi margini di miglioramento nella misurazione e comunicazione dei loro impatti, questo report mette in evidenza quattro aree chiave che regolano la gestione dei beni artistici aziendali:
- Governance: chiare responsabilità e ruoli nella gestione del patrimonio artistico.
- Progettazione e operatività: la valorizzazione del patrimonio culturale e della storia aziendale.
- Comunicazione e coinvolgimento degli stakeholder: garantire che l'arte abbia un impatto significativo anche rispetto alla dimensione sociale.
- Misurazione e reporting: un’area cruciale per misurare e riportare i risultati, considerando dimensioni economiche, ambientali e sociali.
La ricerca rivela che, nonostante il crescente impegno delle aziende verso la sostenibilità, esistono ancora lacune evidenti nella definizione e misurazione dell’impatto sociale, economico e ambientale delle iniziative culturali. Le aziende stanno iniziando a riconoscere il valore di queste iniziative nel rafforzare valori come l'inclusività, la tutela ambientale e l'innovazione.
Lo studio, condotto su 128 organizzazioni in Italia, Germania e Francia, ha evidenziato che la maggior parte delle aziende è ancora all'inizio nell'integrazione dei beni artistici e culturali nelle loro strategie di sostenibilità. Inoltre, l'approccio alla misurazione degli impatti è in fase preliminare, con poche aziende che applicano indicatori consolidati.
In sintesi, il report sottolinea che le organizzazioni artistiche e culturali, pur riconoscendo l’importanza della gestione strategica del loro patrimonio e l’impatto positivo che esso può generare, necessitano di un approccio più sistematico e standardizzato per integrare l'arte nei loro obiettivi strategici di sostenibilità. Il campo richiede un ulteriore sforzo, sia empirico che concettuale, per sviluppare metodi di misurazione che siano efficaci e comparabili.

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